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Pasta “ammiscata”, l’arte napoletana di riciclare il cibo

Si dice pasta ammiscata e, ai più anziani, viene subito in mente la parola “munnezzaglia”. Sapevi che la pasta mista, quella che ora viene venduta insieme agli altri formati più “nobili”, tanti anni fa era alla base dell’alimentazione di chi non poteva permettersi di meglio? La tradizione di questo particolare formato affonda le sue radici all’epoca della nascita dei primi pastifici napoletani. I pastai, all’epoca, non buttavano via niente e tutti gli spezzoni (o scarti) di lavorazione degli spaghetti, delle penne, dei paccheri, dei maltagliati o degli ziti finivano in grandi “cuoppi” che poi venivano rivenduti a peso ai poveri che non potevano permettersi di comprare i formati più costosi.

La pasta ammiscata, il suo “viaggio” da piatto povero a leccornia per palati raffinati

I napoletani sono dei veri e propri artisti in cucina. L’arte del risparmio si fonde in un connubio perfetto con i piatti tradizionali della cucina povera partenopea. La pasta mista, o munnezzaglia, è così diventata un componente fondamentale per le principali minestre a base di verdure o legumi. Non può esistere pasta e fagioli senza la pasta ammiscata. La pasta e patate con la provola non sarebbe la stessa senza il gustosissimo guazzabuglio di formati diversi che somigliano ad una composizione pittorica. Sono proprio questi piatti poveri ad aver nobilitato questo particolarissimo formato di pasta.

Un tempo scarti, oggi in cima a tutti i cataloghi dei produttori

A distanza di qualche anno la pasta ammiscata si è presa la sua bella rivincita nei confronti dei suoi “fratelli” maggiori. Oggi in tutti i cataloghi dei principali produttori di pasta e sugli scaffali di tutte le salumerie e di tutti i supermercati la pasta mista troneggia accanto agli altri formati di pasta.

La pasta mista ha bisogno di attenzioni particolari in cottura?

Assolutamente no. La pasta mista non ha particolari indicazioni di cottura. Nei piatti che vengono abitualmente accompagnati da questo formato di pasta speciale si ha l’unica attenzione di farli “riposare”. La pasta e patate o la pasta e fagioli, infatti, non vanno mai mangiate bollenti, ma si deve dare il tempo al piatto stesso di amalgamarsi e di creare quel connubio di sapori, di colori e di odori tipico della cucina napoletana. Povera negli ingredienti ma ricca di storia, di cultura, di tradizione e, sopratutto, di sapore!

A noi la Pasta Ammiscata ci piace assaj con i fagioli e a voi?